Lui è Gary Chapman, scrittore, speaker radiofonico e consulente relazionale; lei Arlene Pellicane, speaker e autrice. Entrambi americani, insieme hanno scritto il libro Generazione touch, che affronta i dilemmi dei genitori nei confronti della tecnologia, fornendo strumenti per fissare con fiducia i limiti di quello che viene definito screen time (il tempo passato davanti allo schermo) e creare un ambiente nel quale il digitale sia usato in modo sano.
Gli autori propongono il metodo “10 e lode”, per educare i figli allo sviluppo delle relazioni sociali nell’era digitale. Si tratta di cinque veri talenti su cui concentrarsi nello stesso modo in cui si punta al migliore dei voti in pagella.
L’obiettivo è insegnare ai figli ad essere socialmente preparati, anche nel mondo digitale; sostituire l’eccessiva esposizione agli schermi con preziosi momenti dedicati solo alla famiglia; stabilire semplici regole per convivere col digitale senza esserne dipendenti; scoprire i segreti di uno screen time educativo e stimolante.
Ecco, in breve, le cinque capacità su cui focalizzare i propri sforzi educativi, utili a formare individui in grado di affrontare il mondo, online e offline, con successo:
1. La capacità 10 e lode dell’affetto
Ogni famiglia ha bisogno dell’elemento dell’affetto per crescere rigogliosa: contatto visivo, abbracci, adeguato contatto fisico e parole di incoraggiamento. Per far sviluppare la propria autostima a un bambino, in modo che possa poi far fronte al mondo dei “like” senza considerarli la sola fonte di apprezzamento, è bene che conosca l’amore incondizionato dei genitori.
2. La capacità 10 e lode della riconoscenza
Come genitori dobbiamo educare i nostri figli alla riconoscenza, ed evitare di allevare bambini pieni di sé: quando una persona fa qualcosa di bello la risposta è la gratitudine. Impareranno che anche sui dispositivi è importante usare parole positive, trattando gli altri con rispetto e cortesia, proprio come se fossero lì davanti a loro.
3. La capacità 10 e lode di gestire la rabbia
Da genitori dobbiamo trasferire il messaggio che esiste una “rabbia buona” e una “rabbia cattiva”. La prima è una reazione nei confronti di un torto, una sopraffazione o violazione di una norma, la seconda è la reazione a un torto percepito, ma che non si è verificato, e porta a sentimenti di frustrazione e delusione che non fanno altro che alimentare la rabbia. È bene che non vi siano motivi per cui un bambino sia portato a sfogarsi, sfruttando la tecnologia per il suo anonimato.
4. La capacità 10 e lode di saper chiedere scusa
Assumersi la responsabilità di parole e azioni è il primo passo per imparare a chiedere scusa. Il miglior modo per insegnare a un figlio a chiedere scusa è farlo per primi come genitori. Impareranno che le proprie azioni hanno conseguenze sugli altri, sono in grado di renderli tristi o felici. In più, le scuse sincere sono in grado di ristabilire amicizie, e questo significa che tutto si può affrontare e i problemi si possono superare se ci si parla.
5. La capacità 10 e lode dell’attenzione
Spesso i bambini della “generazione touch” sono abituati alla stimolazione di videogame e app, vogliono vedere cose che attirino la loro attenzione, e se non succede perdono la concentrazione. Per esercitare l’attenzione si può usare la lettura, anche ad alta voce, semplicemente sostituendo parte dello screen time con libri e favole, oppure frequentare le biblioteche, o dare il buon esempio concedendo per primi più spazio alla lettura.