Piacere, mi presento (online)

16 Aprile 2019

Tempo di lettura: 2 min.

Il profilo personale online che ogni bambino in crescita prova a disegnare è una cosa seria. Assomiglia a quel nostro, vecchio diario di scuola che pochi avevano il permesso di leggere, ma che diceva così tanto di noi. Raccoglie immagini e informazioni che non sono di dominio pubblico e in questo modo costruisce un’immagine precaria ma ideale di sé.

La stessa cosa capitava nell’era pre-Internet quando da adolescenti presentavamo agli altri una specie di romanzo di noi stessi, costruito nei sogni a occhi aperti dove tante volte ci eravamo immaginati come volevamo essere.

Ma c’è una differenza.

In passato potevamo fare e disfare questo romanzo a piacimento e soprattutto tornare indietro, nascondendo il disagio eventuale di non essere piaciuti.

Nessuno poteva obbligarci a rivelare del tutto l’immagine che ci eravamo costruiti, nessuno poteva vedere i nostri pensieri.

Oggi il profilo digitale rappresenta un insieme di aspetti idealizzati che non è possibile sconfessare e che diventano in questo modo una responsabilità. Per questo motivo, quando il profilo diventa pubblico e fa il suo esordio in chat e social network, equivale a un vero e proprio debutto in società, dove è possibile entrare silenziosamente o in modo plateale.

Come adulti siamo chiamati a rispettare i confini che i ragazzi ci pongono nella scoperta di se stessi, ricordandoci tutti che anche noi mai ci siamo guardati così tanto allo specchio come quando eravamo adolescenti.

Tre cose da ricordare:

  • Condividete le esperienze con i figli quando sono bambini, in adolescenza è più difficile e accade di rado. Condividere un’esperienza significa partecipare attivamente a tutte le “prime volte” dei bambini, Internet compreso. Non è la Rete o il gaming a dissociare i bambini dalla realtà ma la solitudine nella quale troppo spesso sono immersi.
  • Evitate sempre il “muro contro muro”: un bambino che impara a dire “no” non è un piccolo ribelle, ma un bambino che si fida dei suoi genitori. Da parte vostra, imparate a chiedere scusa tutte le volte che avrete la consapevolezza della vostra parte di responsabilità, sempre presente in qualsiasi conflitto. L’autorevolezza, ben diversa dall’autoritarismo, passa per l’accettazione dei propri limiti.
  • Fate attenzione a come immaginate i vostri figli quando non sono con voi. Evitate di vedere problemi dove non ci sono, la tendenza a creare allarmismi quando ci rivolgiamo ai figli è il male più incomprensibile dei nostri tempi. Se immaginate che sentano la vostra mancanza e che stiano male senza di voi, non gli sarete di grande aiuto nell’imparare a vivere e a divertirsi con responsabilità.

 

 

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