Il digitale alla scoperta del bosco

19 Maggio 2021

Tempo di lettura: 3 min.

“Sta troppo davanti allo schermo, dovrebbe giocare fuori”, “Meglio giocare con un albero che con un tablet”.

Spesso sentiamo queste frasi che mettono in antitesi la vita all’aria aperta e i dispositivi digitali. Il digitale però può essere uno straordinario strumento per esplorare il gioco nella natura. Un ossimoro? Io credo di no e per spiegarvelo vi porto nel bosco.

Con me c’è una bimba di 4 anni, più interessata ad esplorare radici e cortecce che ad arrivare fino in fondo al sentiero. Decidiamo di costruire insieme una mappa del nostro percorso e di raccogliere dei piccoli cimeli del bosco che a casa ci faranno ricordare la nostra passeggiata. Non abbiamo carta e colori e qui non è possibile raccogliere tutto ciò che vorremmo, fiori ed esseri viventi meglio lasciarli dove sono! Ecco che ci viene in aiuto la tecnologia: lei con una macchina fotografica digitale per bambini, io con uno smartphone.
Lo schermo si trasforma in una magica cornice che ci aiuta a focalizzare l’attenzione sui particolari, dai nodi degli alberi ai funghi al muschio, mentre l’occhio vede il bosco nella sua completezza, ascoltiamo i rumori, ne respiriamo gli odori. Torniamo a casa con un bel bottino: in un sacchetto qualche foglia, una pigna, una nocciola, un pezzo di corteccia; nelle memorie digitali diversi fiori, tanti funghi, grandi alberi, rami, radici, muschi.

A casa abbiamo poi stampato la nostra piccola raccolta di immagini, l’abbiamo incollata su un grande foglio bianco insieme alle foglie raccolte e abbiamo disegnato con matite e colori la mappa del nostro percorso, aggiungendo il sentiero e qualche elemento, anche immaginario.

Per rendere più interessante l’attività, anche per i più grandicelli, si possono creare delle vere e proprie sfide alla ricerca di elementi da raccogliere o fotografare nel bosco. Per esempio, la casa editrice Erickson propone delle carte (Missione Natura) per la ricerca di materiale naturale a partire da alcune caratteristiche: “ruvido”, “grande”, “sottile”, “wow”, “rosso”, “flessibile”… Tra le regole del gioco c’è l’indicazione di non raccogliere nulla di “vivo”, ma se invece di prelevare il materiale ci limitiamo a fotografarlo allora il gioco si può espandere, coinvolgendo anche tutto ciò che nel bosco è meglio non toccare: funghi, insetti, fiori rari. E poi è possibile inserire nella ricerca anche tutto ciò che non è trasportabile: un grande masso, il tronco di un albero.

Allo stesso modo si può creare un erbario, fotografando fiori, erbe e foglie. A casa, con calma, potremo attribuire loro il giusto nome usando Google Lens o la app PlantNet.

E perché limitarsi alle piante? Per gli amanti dei pennuti la app BirdNET vi permette di identificare un uccello dal suo canto, mentre Merlin contiene un database di uccelli in base alla macrozona che usa per identificarli, in base a poche semplici domande. Picture Insect è invece lo strumento perfetto per i piccoli entomologi, basta fare uno scatto per scoprire di che insetto si tratta.

La nostra esperienza all’aperto potrebbe anche entrare all’interno di un’app. È il caso di “Andar per boschi”  l’applicazione del Centro Zaffiria che permette di creare il nostro piccolo bosco scegliendo se è una giornata di sole o di pioggia, se siamo in montagna o in riva ad un laghetto e inserendo animali e alberi. Proprio gli alberi sono la parte più interessante del gioco perché vengono creati prendendo la texture dal vero, attraverso la macchina fotografica dello smartphone. È possibile quindi crearli fotografando la corteccia, l’erba, la chioma oppure con la tecnica del frottage, ricalcando con i gessetti sulla carta la texture del legno o delle foglie.

Il digitale non è un mondo isolato ma ci permette di aprirci a nuove sperimentazioni, come ingrediente di un’esperienza che insieme all’osservazione, prevede anche il tatto, l’udito, l’olfatto e, in vista della nascita a breve dei frutti di bosco, anche il gusto!

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