La tecnologia oggi ha pervaso la nostra vita. Dispositivi sempre più facili da usare e sempre più connessi stanno profondamente cambiando il modo in cui lavoriamo, viaggiamo, trascorriamo il tempo libero, accediamo all’informazione, comunichiamo e abbiamo cura della nostra persona.
Un processo di cambiamento che ci impone di chiederci in che modo la tecnologia sta trasformando il modo di imparare dei bambini che vi si accostano spontaneamente fin dalla più tenera età. Le tecnologie mobili sempre connesse, dalle interfacce tattili, dall’uso immediato e intuitivo, che superano le barriere linguistiche grazie alla multimedialità, che recuperano nel rapporto con il dispositivo tecnologico la corporeità e che incoraggiano forme attive di accesso ai contenuti piacciono così tanto ai bambini che è difficile immaginare che questa immersione precoce nella tecnologia non influenzi anche il loro modo di imparare.
Troppo veloce il cambiamento imposto dal digitale e troppo recente l’interazione massiva dei bambini con la tecnologia per avere dati certi: il dibattito fra il considerare tablet, smartphone, internet risorse in termini di vantaggi educativi, cognitivi e di apprendimento piuttosto che condizionamenti negativi sui processi di maturazione, di crescita e di sviluppo delle capacità di regolazione emotiva e relazionale è ancora aperto.
Cosa sta accadendo allora a scuola? È oggi in atto l’attuazione progressiva del Piano Nazionale Formazione Docenti (PNFD) e del Piano Nazionale Scuola Digitale (PNSD) previsti dalla legge 107 del 2015 che prefigurano l’aggiornamento delle competenze digitali degli insegnanti e delle dotazioni tecnologiche delle istituzioni scolastiche. Sono sempre più numerose le classi in cui sono disponibili la connessione internet e la LIM e i dispositivi touch condividono il banco con libri e quaderni. Le nuove possibilità tecnologiche stanno rivoluzionando la scuola e i docenti valutano secondo quali pieghe orientare la didattica.
La sfida è complessa per traghettare i bambini dalla fascinazione per la tecnologia al suo uso per imparare. Lo schermo di un tablet può diventare strumento potente per imparare insieme, anche giocando, in modo collaborativo, interattivo, dinamico, ma solo nel rispetto del tempo fisiologico del pensiero, della fondamentale interazione del corpo con la mente, ma soprattutto della persona che per crescere e imparare ha bisogno inderogabilmente della rete degli affetti e delle relazioni.
Nelle aule scolastiche è sempre più frequente vedere bambini che condividono tablet, a coppie o in piccoli gruppi, per esempio per scattare e gestire immagini con lo scopo di documentare un’esperienza della classe o di raccontare storie. E ancora: i bambini, senza spostarsi dall’aula, e quindi svincolati dagli orari precisi del laboratorio di informatica, avvicinano la programmazione (coding) ed esercitano capacità logiche e di risoluzione dei problemi (pensiero computazionale) discutendo tra loro e “giocando” con gli strumenti messi a disposizione dal MIUR in collaborazione con il CINI (Consorzio Interuniversitario Nazionale per l’Informatica), sulla piattaforma Code.org del progetto Programma il Futuro.