I generi dei videogiochi

13 Maggio 2021

Tempo di lettura: 4 min.

Come al cinema esistono thriller, gialli, commedie, film d’amore e horror, sulla console o sul PC si possono trovare dozzine di “generi” di videogiochi. Molti genitori, soprattutto tra chi non videogioca, possono pensare che i videogame siano solo i cosiddetti “sparatutto”, ma non è affatto così. Vediamo dunque i principali generi di videogiochi con cui i nostri ragazzi (e anche noi!) possono divertirsi. Vi ricordiamo che ogni videogioco pubblicato in Italia (e in Europa) deve avere il rating PEGI, che indica l’età minima suggerita per il suo utilizzo in base a violenza, contenuti espliciti e via dicendo – qua trovate il nostro approfondimento sul PEGI.

Ed ora ecco una carrellata sui generi videoludici più diffusi.

 

Sparatutto. Oggi fanno un po’ la parte del leone, soprattutto grazie all’enorme successo di giochi come Fortnite e Call of Duty Warzone. Negli sparatutto – è intuibile – si spara un sacco: contro alieni, zombi, nazisti della Seconda Guerra Mondiale. Ci sono anche sparatutto senza violenza, come Splatoon di Nintendo, in cui le “armi” sparano bolle colorate inoffensive. Nel video, una finale di Fortnite: i vincitori si portano a casa premi a sei zeri.

 

 

Avventure grafiche. Negli anni ’80, le avventure erano solo testuali e solo in inglese: il giocatore doveva “scrivere” sul PC frasi come “open door” o “go left”. Chi vi scrive ha imparato l’inglese anche grazie ad esse! Poi negli anni ’90, hanno vissuto il momento d’oro, con capolavori come Monkey Island o Indiana Jones di Lucasfilm, King’s quest di Sierra e simili. Oggi le avventure grafiche tendono a ridurre al minimo gli enigmi e a far esplorare molto l’ambiente: se i vostri figli sono sotto i 12 anni, vi consigliamo il remake di Monkey Island (vi ricorderà molto I pirati dei Caraibi, ma il gioco è antecedente al film di oltre dieci anni) o l’avventura moderna, adatta a tutti i giocatori e tutta italiana, Detective Gallo, che vedete nel video qua sopra. Se invece chi gioca è adolescente, consigliamo le avventure di Donot, come Strange Life, che toccano temi come l’eutanasia e l’omosessualità.

 

 

Racing. I giochi di guida esistono da quando sono nate console e pc, ma oggi hanno un livello di dettaglio e di realismo a dir poco incredibile. Oltre ai titanici Gran Turismo e Forza Motorsport (rispettivamente, di Sony e Microsoft), l’Italia è un “produttore” di videogiochi racing di prim’ordine grazie al developer milanese Milestone, che ha pubblicato mezza quintalata di giochi a quattro e due ruote, come il recente MotoGP 21.

 

 

Picchiaduro. Sono i giochi dove ci si “mena” (virtualmente, ovviamente). I capostipiti del genere sono gli immortali Street Fighter e Mortal Kombat, e quest’ultimo ha creato le celebri mosse finali (fatality) che arrivavano a strappare la testa degli avversari. Dopo un momento di gloria a fine anni ’90 (che li ha fatti diventare anche film su grande schermo, anche se con risultati poco memorabili), oggi sono meno diffusi. Street Rage 4 è uno dei più recenti, e si può giocare in quattro contro il computer/console.

 

 

Avventure/azione. In questo genere confluiscono tutti quei videogame in cui il giocatore deve esplorare, risolvere qualche piccolo enigma, magari anche difendersi dai nemici. Sono più “action” delle avventure grafiche, e in alcuni momenti è necessario sapersela cavare con il joypad. Per esempio, il nuovo ciclo di Tomb Raider che “racconta” la genesi del personaggio di Lara Croft, oppure la bellissima storia di The Lastof Us in un modo post-olocausto pandemico, ma entrambi sono PEGI 18 e poco raccomandabili ai giocatori impressionabili. Uncharted 4 invece è PEGI 14+ ed è dinamico come un film di Indiana Jones.

 

 

Sportivi. In Italia, parlare di sportivi vuol dire parlare di FIFA e PES, i due ciclopici giochi di calcio che arrivano puntuali ogni anno a settembre, con l’inizio del Campionato. Tuttavia, esistono giochi sportivi per ogni disciplina: hockey su ghiaccio, tennis, pallavolo, persino cricket. Probabilmente, il più impressionante a livello grafico e di simulazione è 2K21 NBA. Quello che vedete nel video qua sopra, è un videogioco per PlayStation, non una partita vera. Generalmente, il PEGI degli sportivi è molto basso, ma è importante verificare che ragazzo/a sia appassionato dello sport.

 

 

Platform. Qua il campione indiscusso è Super Mario, in casa Nintendo. L’idraulico italiano da decenni è il punto di riferimento dei giochi di piattaforma, dove si salta, si esplora e si evitano nemici, anche “pestandoli”. Oltretutto, sono generalmente giochi con PEGI 3+ perché la violenza è ai minimi termini. Super Mario esiste solo su console Nintendo, ma esistono giochi di piattaforme per ogni console – per esempio, Ori and the Blind Forest su Xbox e PC. Unravel 2, disponibile per tutte le piattaforme, è ottimo da giocare in due, aiutandosi l’un l’altro, così come il recente It takes two.

 

 

Giochi a enigmi. Si spazia dalle scatole da aprire di The Room, nato sui cellulari e ora disponibile anche su console, all’immortale Tetris. Dai livelli da esplorare e capire di Monument Valley (sempre su cellulare) alle stanze degli esperimenti di Portal 2. Sono tutti quei giochi in cui bisogna usare la testa piuttosto che i riflessi. Noi vi consigliamo di provare i giochi della serie Prof. Layton, disponibili su Nintendo Switch e Nintendo 3DS, ma anche su cellulari e tablet Android e Apple. Anche in questo caso, il PEGI è per bambini, non essendoci violenza di alcun tipo.

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